Le indagini archeologiche in corso presso il sito di San Pietro in Bossolo stanno rivelando una storia lunga e affascinante, che affonda le sue radici nei secoli più antichi.
Tra i risultati più significativi, è emersa una fase di frequentazione databile tra il VI e il VII secolo d.C., caratterizzata da superfici livellate intenzionalmente, ricche di ceramiche e frammenti edilizi, usate anche – sebbene in modo non continuativo – come area funeraria.
Questo periodo sembra segnare la fine dell’uso di strutture più antiche, ancora da portare completamente alla luce, ma già visibili in parte attraverso tracce murarie e pavimentazioni in cocciopesto, riadattate e riutilizzate nel tempo. I segni di crolli, incendi e spoliazioni suggeriscono una storia complessa, fatta di trasformazioni e probabilmente anche eventi traumatici.
Uno degli interrogativi più affascinanti riguarda i due castelli storicamente legati alla pieve. Le fonti scritte, poche e a tratti contraddittorie, parlano di due tentativi di fortificazione: uno nel 1038, l’altro nel 1213. Entrambi sembrano non aver avuto lunga vita, e già nel Trecento non se ne trova più traccia nei documenti.
Le archeologhe ritengono di aver individuato una prima fase edilizia medievale, tra l’VIII e l’XI secolo, documentata da grandi fondazioni murarie e strati di cantiere, ma con pochi reperti ceramici. Si tratta di fasi di vita coerenti alla presenza della pieve (attestata già nel 988) e forse relative alla costruzione del primo castello, citato nel 1038.
Altre porzioni murarie non connesse a livelli di vissuto e l’assenza di materiali medievali più tardi potrebbero indicare, invece, i resti delle fondazioni mai completate del secondo castello.
Quello di San Pietro in Bossolo è, insomma, un sito ricco di potenziale: un luogo che racconta una lunga storia di insediamenti, trasformazioni e abbandoni, tra epoca antica e medioevo, nel cuore di un territorio strategico tra la Valdelsa e il Chianti. Le ricerche sono ancora all’inizio, ma i primi risultati fanno già intravedere un passato sorprendente, che potrà offrire nuove chiavi di lettura sulla storia del nostro paesaggio.
Indice dei contenuti
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